Le casette erano rimaste vuote; per carità, utilmente adibite a piccoli forni artigianali, cantine, fienili, legnaie e, al bisogno, anche a ricoveri per i puledri e le fiere fattrici! Ma vuote; vuote di voci, di storie, di vita quotidiana.
Negli anni ’80 a livello nazionale e in Calabria si comincia a sentir parlare diffusamente di Agriturismo, cioè di un recupero dei fabbricati rurali ai fini di dare in essi ospitalità aperta all’esterno.
Nestore, imprenditore agrario innovativo, sensibile alla poesia della vita, quanto razionale e sempre aggiornato, si infervora ancora, come ogni volta che vedeva la possibilità di fare vivere e valorizzare quel patrimonio tanto amato –e lui solo seppe quanto sudato!- e la salute gli dava gambe per seguire la corsa dei desideri. Così, è fra i primi ad iscriversi all’albo regionale degli operatori agrituristici.
Poi, più di una volta, la salute lo ha tradito; poi per sempre.
Da allora Franca -ormai Preside, presto in pensione, e perciò con più tempo per assecondare le passioni che l’hanno resa sempre vulcanica promotrice di progetti sociali d’arte e di cultura- e i quattro figli sentono affidato a loro il progetto di continuare a far vivere l’azienda agricola e, col tempo, di realizzare quell’ambizioso progetto della riconversione.